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A quanti di voi sarà capitato di entrare in un bar e ordinare un’aranciata? A quanti di stare a dieta e dover preferire un succo di frutta ad un aperitivo alcolico, magari attratti dallo slogan “senza zuccheri aggiunti”? Quanti si sono chiesti, mentre la bibita spegneva la proprio arsura, cosa la rendesse dolce?
Per rispondere basterebbe curiosare tra gli ingredienti opportunamente indicati nella tabella nutrizionale sul retro di ogni bottiglia. Ciò che si nota è che l’ingrediente comune a tutte le bibite è lo zucchero, spesso nascosto sotto la dicitura “carboidrati di cui zuccheri”. Gli zuccheri, infatti, sono detti anche glucidi o carboidrati, perché sono idrati del carbonio, e una delle loro funzioni è quella di fornire energia all’organismo.
Di quanta energia ( espressa in calorie) ha bisogno una persona che segue un regime alimentare sano? Dipende da diversi fattori tra cui il sesso, l’età, l’altezza, le sue abitudini alimentari, l’attività fisica che svolge e altri fattori. In un soggetto sano che segue un’alimentazione equilibrata il fabbisogno calorico giornaliero è così mediamente suddiviso:
- 50% carboidrati
- 20% proteine
- 25-30% lipidi o grassi
In quel 50% di carboidrati, va inclusa anche la dose giornaliera di zuccheri semplici.
Gli zuccheri semplici sono ad esempio quelli della frutta (fruttosio), del classico zucchero bianco (saccarosio) presente nei dolci, del latte (lattosio) e non devono superare il 10% circa delle calorie totali giornaliere seguendo le raccomandazioni dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Questo perchè gli zuccheri semplici sono responsabili del rapido innalzamento della glicemia, che induce un affaticamento del pancreas, costretto a produrre più insulina per “smistare” il surplus di zucchero in circolo.
Cosa significa questo 10%? Semplificando si può considerare ad esempio il fabbisogno giornaliero standard di 1500 calorie di un adulto. In questo caso, il 10% si traduce in 150 calorie ossia circa 40 grammi di zuccheri semplici. Tale soglia è presto raggiungibile ad esempio con due mele (in 100 grammi di mela ci sono in media 14 grammi di carboidrati – Fonte INRAN) oppure con un cappuccino molto zuccherato e una merendina.
Un bambino con un regime alimentare medio ( approssimativamente 1000 calorie al giorno), dovrebbe assumere giornalmente circa 25 grammi di zuccheri semplici, che è più o meno la quantità media presente nelle più comuni e diffuse bibite. Questo significa che se ad esempio il bambino è abituato a far colazione con una bevanda al cacao zuccherata arrivando poi a consumare un succo di frutta o una qualsiasi bevanda della tipologia presa in esame nel video (ma anche altre), quella quantità giornaliera di zuccheri che lui potrebbe assumere, viene presto superata senza aver ancora considerato il consumo regolare di frutta.
Quindi le bibite sono da demonizzare? Assolutamente no. L’importante è avere la consapevolezza di cosa si sta assumendo, e di come essa va ad influire sul fabbisogno energetico delle nostre giornate, considerando che ad esempio, è preferibile far rientrare tra le nostre quotidiane abitudini un regolare consumo di frutta piuttosto che il consumo smodato di queste bibite.
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